giovedì 26 dicembre 2019

LAB


?  - NO -  ?

Eccola, la Nebbia.
Quella di Jean-Paul somiglia proprio al Labirinto buio. Tanto ricorrente da esser degna di aggettivi che ne anticipano la densità appiccicosa, è forse la forma più naturale di un medesimo insieme di suggestioni avvinghiate allo spirito.
Il Labirinto buio è compiacente, intriso di quell’oscurità che fa gelare dal freddo lunghissimi percorsi di silenzio ma non è quel silenzio ovattato, melenso e a tratti ronzante della Nebbia.
Ricorda piuttosto quel lontano confidente mentre tutto tace dei Diapsalmata di Soren.
Tra tutti i simboli possibili io scelgo la seguente icona: Aaron non-morto, rannicchiato nell’angolo piegato male della sua cella scura in posizione fetale, la sua coscienza sveglia senza essere vigile oppressa nel silenzio. Eccolo, il Labirinto!
🐮



2325 - A


NIENTE DI NUOVO

Questa sera mi è tornato in mente un fatto a cui ho pensato per diversi minuti di seguito.
Un vecchio regalo per una vecchia amica di un’amica.
Ho sorpreso me stesso così senza ragione a riflettere attentamente su quali pensieri mi avessero spinto a un gesto tanto futile quanto patetico.
Sono stato un idiota.
Autentico, confuso, demotivato.
Lezione imparata: NON FARLO PIU’!
Peggio per me, per voi, per loro. Tutto torna, anche le circostanze non più avverse legate a esperienze dolorose. Evitare l’azione riduce il senso dell’errore.
La vera vita non è. Persone importanti si toccano tra loro senza osservarsi mentre la falsa vita non influenza il mondo al pari dell’osservatore. E’ permesso dunque il Grande Disinteresse per mezzo del quale nessuno guadagna. Non rimettiamo i nostri peccati.
Non prendo nulla. Non do nulla. Chi si rende inutile trova inutili tutti gli altri, con l’eccezione della presenza assente racchiusa nel nome, l’immagine, la frase. Sentimenti su carta senza rima.
Accogliamo la telepresenza come amicizia convenzionale assurta a conclusione inevitabile  come via di fuga. Non è detto che dispiaccia alla Prigione.
Spregevole. Orribile. Peggiore. Viva.

1351 - B


B

“Intimità”.
Una parola tremenda.
La peggior realtà da provare in questo momento se travestita da racconto.
Mi chiedo come sia possibile ritrovare in un semplice brano così tanti rimandi a fatti coincidenti.
Dovremmo lasciar perdere le bizzarrie? Procurano troppe scosse.
No.
Continuiamo così. L’appiattimento progressivo della società ha dell’incredibile.

lunedì 9 dicembre 2019

CRITICHE - 1 - Terribile


TERRIBILE

Mi chiedo come certa critica benpensante abbia potuto stroncare opere minori intrise di caldo orrore metropolitano con poche righe frettolose.
 “Il Muro” è ua raccolta terribile. TERRIBILE!
Se uno qualsiasi dei racconti venisse inserito di sotterfugio in un’antologia horror come ad esempio “Scheletri” pochi noterebbero la differenza, quasi di sicuro a causa delle differenze di stile e di stesura che peraltro nella traduzione italiana si perderebbero per la maggior parte.
E’ grave. Forse nel 1939 certi concetti potevano venire apprezzati come novità ma è più probabile che un autore affermato nonché eccelso filosofo e drammaturgo potesse ottenere successo immediato e indiscutibile mentre un bestseller senza titolo vedrà sempre stroncate dalla critica maggiore tutte le pagine che vende.
C’è un aspetto BRUTALE in questa faccenda: il metro di giudizio parziale ivi impiegato sarebbe persino uno dei motivi di misantropia intrinseca descritti benissimo ne “Il Muro”.
Altra benzina sul fuoco. Non sempre il successo di pubblico donerà l’immortalità, ma con ciò?


 Anche “Intimità” è terribile.
La peggior realtà riscontrabile in momenti come questo ma trasfigurata sotto forma di parole in un racconto scorrevole.
Come sarà mai possibile ritrovare in un solo brano così tante coincidenze? Ancora più terribile.
Ma lasciamo stare certe illazioni bizzarre. Scosse psicologiche che ci fanno continuare così nonostante tutto il fango che aleggia intorno all'Intellighentia. L’appiattimento narrativo è progressivo e ha dell’incredibile se messo in relazione all’intera società occidentale post dopoguerra osservata a posteriori.
Ecco, se non leggiamo abbastanza J.P. Sartre non abbiamo una visione chiara ma troppi dettagli stipati alla rinfusa sui giornali. E’ Terribile. Terribile.