mercoledì 22 agosto 2018

2 - 5 Solitario


2 – 5
Solitario

Te lo fanno notare la sera.
Quando il Solitario aggredisce le persone a parole non appena gli venga mossa una critica sensata, mentre non reagisce agli insulti immotivati. Invece di rilassarsi, si carica e imporporisce il viso, pronto a sobbalzare come una bestia ferita.
 Penso che dipenda dalla tensione accumulata nel corso dei mesi trascorsi nel buio dell’isolamento. Il resto di noi non so cosa pensare.
Ancora la sera. Alcuni si ricordano la TV, ne parlano con nostalgia quando chiacchierano tra loro.
Era un’attività normale. Come leggere o fare esercizio. Come dormire la notte.
Qui non esistono notte e giorno, ma soltanto buio e luci accese. Contiamo i mesi, ma potremmo esserci sbagliati. Nessuno è intenzionato a fare amicizia, pare proprio che non ne valga la pena. Con un paio di loro magari si va più d’accordo per via di ricordi in comune, ma non si tratta di amici. La sensibilità è scomparsa, mentre cordialità ed educazione si sono fatte abitudini.
Il Solitario no. Per lui non si tratta di trovare le persone giuste ma di conservare l’unicità della propria condizione di isolamento. Come se tutti i fili che lo legavano al resto di noi fossero stati recisi di netto in quei mesi di reclusione totale. Le sue crisi diventano più frequenti, le parole gridate nel buio divengono urla. Diminuiscono il tedio generale ma stanno ammantando tutti noi di velata disperazione. I modi per esprimerla sono sempre diversi, serpeggiano sotto forma di piccole vergogne non dette mentre aleggia l’inquietudine in attesa della prossima crisi.
“Di nuovo soli non era meglio?” riecheggia la frase gridata tra gli angoli retti dei corridoi. 

mercoledì 1 agosto 2018

2 - 4 Famiglie Provvisorie


Famiglie provvisorie.

“Chi non smette mai di pensare troppo finirà in isolamento”  è scritto sulla porta con le sbarre.
A parte i soliti problemi economici soltanto in parte accantonati, non ci sono state occasioni per valutare il nuovo corso intrapreso dalla Direzione Centrale.
Esiste davvero una catena di eventi?
L’ultima reclusione in fondo non è andata poi così male. O forse sì?
Il nervosismo generale è sfociato in litigi, tra occasionali capannelli di protesta per delle stupidaggini. Sabato sera poi, nessuno ha spiccicato parola in sala ricreazione. In cortile non va meglio. L’ora d’aria sembra infinita.
Ma pensiamoci su.

TESI: rapporti troppo umani generano aperture che preoccupano la Direzione. Presto o tardi saranno presi provvedimenti. Esagero? Assumere il solito tono di scuse remissive sottintese permette di sgusciare tra le maglie della Rete di Controllo, ma i risultati sono sempre più altalenanti.

ANTITESI: il gioco dello sguardo si fa in due. La ragazza nel cellulare teneva lo sguardo abbassato durante il viaggio di ritorno dalla Prigione N. Ogni volta che incrociavamo gli occhi desiderava sparire. Il misero aspetto che sfoggiavo quel giorno mi fece vergognare. Si può sporcare un’idea per mezzo della vista? Per questa ragione qui è sempre tutto buio?

COROLLARIO: la pretenziosità non suscita la degna considerazione che ci si attenderebbe. Disteso sul fondo sta chi è ignorato sempre. Teso fino allo spasimo chi invece si sforza di passare inosservato.

SINTESI (ovvero CONCLUSIONE): chi si agita crea dei guai.

Arroganza e ignavia spiccano come finte qualità tra i compagni di cella animati dal fervore della fame. Alcuni traggono soddisfazione dalle lettere che scrivono e presto spediranno, altri da quelle che ricevono. Certi le MANGIANO: masticano con pigra indolenza la carta appallottolata intrisa di inchiostro vero. Non sanno che è cellulosa?
 La ragazza trasferita alza lo sguardo solo per far vedere che ha tanta paura, forse ha voglia di piangere ma non lo fa. Ma per oggi basta così. Presto l’isolamento finirà.