mercoledì 5 marzo 2014

1 - 6 La Visita

Una Visita


 “Voglio morire”, diceva.
“Ho deciso di farlo in solitudine, come tutti, ma lentamente. Senza cuore e senza consolazione, svuotato, privo di corpo e di spirito.”
Questo è l’abbattimento per anoressia, a imitazione delle sante medievali.
 “Prendete, ma non mangiatene più.”
La scelta è vasta: pasta, carne, frutta, insalata, biscotti. Ciò che giunge sotto mano all’occorrenza.
E’ la voglia di rovinarsi. Divieto di fumo. Eccesso di alcol. Per migliorare il proprio aspetto, ma solo dal collo in giù. La pelle cascante, flaccida, pallida e pustolosa detta le proporzioni con le porzioni.
L’odio per gli uomini lanciati in stupidi discorsi come verso i quattro punti cardinali della futilità.
“Ricordati di guastare le feste.
Il porco arrosto con la mela in bocca non ha ancora smesso di soffrire, povero bastardo schifoso.”
Adorazione, autostima, accettazione si sono consumate nel forno. E’ stata la magra pallida ad accenderlo, colei che senza nome percorre i sogni notturni di molti uomini, sogni a occhi aperti di ancor più numerose donne. Tutti la vedono, tutti la incontreranno, troppo presto per decidere se continuare ad esistere oppure no.

“Onora il Pane e la Madre.
Io non sono mica come loro, che berciano peggio delle scimmie. La bella gente aperta, matura, intelligente ha sempre fame. Volontari sottomessi perdono di valore col tempo, deperiscono in soli trenta anni. Li trovo brutti, perciò li isolo e li fiuto come tartufi. Gente in provetta, pronta da bere.”
 Anamnesi: il soggetto rigetta l’amicizia per eccesso di personalità. Elenco i nomi di dodici persone, tutte donne, in scrupoloso ordine alfabetico. Attende. Mi guarda, anzi mi sta fissando ormai da parecchi minuti in silenzio. Ha la bava alla bocca, gli occhi spiritati e il suo stomaco gorgoglia.
Ora però mi rendo conto che la porta è stata sbarrata.


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