Una Visita
“Voglio morire”, diceva.
“Ho deciso
di farlo in solitudine, come tutti, ma lentamente. Senza cuore e senza
consolazione, svuotato, privo di corpo e di
spirito.”
Questo è l’abbattimento per
anoressia, a imitazione delle sante medievali.
“Prendete, ma non mangiatene più.”
La scelta è vasta: pasta, carne,
frutta, insalata, biscotti. Ciò che giunge sotto mano all’occorrenza.
E’ la voglia di rovinarsi. Divieto di
fumo. Eccesso di alcol. Per migliorare il proprio aspetto, ma solo dal collo in
giù. La pelle cascante, flaccida, pallida e pustolosa detta le proporzioni con
le porzioni.
L’odio per gli uomini lanciati in
stupidi discorsi come verso i quattro punti cardinali della futilità.
“Ricordati
di guastare le feste.
Il porco
arrosto con la mela in bocca non ha ancora smesso di soffrire, povero bastardo
schifoso.”
Adorazione, autostima, accettazione
si sono consumate nel forno. E’ stata la magra pallida ad accenderlo, colei che
senza nome percorre i sogni notturni di molti uomini, sogni a occhi aperti di
ancor più numerose donne. Tutti la vedono, tutti la incontreranno, troppo
presto per decidere se continuare ad esistere oppure no.
“Onora il
Pane e la Madre.
Io non sono
mica come loro, che berciano peggio delle scimmie. La bella gente aperta,
matura, intelligente ha sempre fame. Volontari sottomessi perdono di valore col
tempo, deperiscono in soli trenta anni. Li trovo brutti, perciò li isolo e li
fiuto come tartufi. Gente in provetta, pronta da bere.”
Anamnesi: il soggetto rigetta l’amicizia per
eccesso di personalità. Elenco i nomi di dodici persone, tutte donne, in
scrupoloso ordine alfabetico. Attende. Mi guarda, anzi mi sta fissando ormai da
parecchi minuti in silenzio. Ha la bava alla bocca, gli occhi spiritati e il
suo stomaco gorgoglia.
Ora però mi rendo conto che la porta
è stata sbarrata.
Ho letto tutto il blog. compliementi
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