mercoledì 5 marzo 2014

1 - 4, Il Piano B

1996 – Gli Ultimi Giorni

Speranze, ambizioni e amor proprio sono scomparse per non tornare.
Con tutta la buona volontà non posso proprio forzare il mio animo alla ricerca di un faro segreto che mi guidi verso la pace.
Il Dr. X è una brava donna, ma è in grado di leggere nel pensiero e ha trovato il nocciolo del problema.
Il problema sono io!
Il fatto è che ho il timore di peggiorare nel corso del processo.
Forse la sofferenza di cui vociferano gli altri pazienti detenuti non sarà così intensa come vogliono farmi credere. Non mi confonderò con quella massa vociante che vaga nei corridoi.
Poche ora fa ho tentato di prendere una decisione sul da farsi; ma quando stavo per cedere, all’ultimo non mi sono arreso, opponendo un secco rifiuto. Nella stanza grigia l’altoparlante diffondeva il suono del pianto di un bambino (forse viziato).
 Ero solo. Mi si sono gonfiati gli occhi, forse per l’effetto di gas introdotto di nascosto. Perciò alla luce dei neon ho deciso di allontanarmi dalla sala. Per pochi minuti ho anche considerato l’idea di tornare in cella e farla finita. Idea poi subito accantonata: le lenzuola non sono abbastanza robuste da permettermi di calarmi giù dalle sbarre reggendo il mio peso.
Non ho ancora accumulato la determinazione necessaria per tagliare i ponti con questo posto.
Vorrei tanto mantenere la promessa fatta al Dr. A ma penso che giunti a questo punto non sia più possibile. Se rifiuto quest’ultima occasione di redenzione attraverso il Processo, nel corso del quale mi è stata offerta tutta l’assistenza possibile in termini di monitoraggio con macchinari all’avanguardia, poi non riuscirò a superare i prossimi stadi.
 Gli episodi di malinconia si fanno sempre più lunghi e frequenti. L’angoscia bussa alla porta del mio cervello sezionato, mi fa pulsare gli elettrodi ed è una sensazione dolorosa. Le cuciture prudono e tirano.
 Ma mi restano solo queste, di sensazioni, e non le voglio perdere. Ho anche considerato l’idea di interrompere la corrispondenza con il Padre delle Vette, dal momento che non riesco più a essere sincero con lui. Raccontare menzogne attraverso questo nuovo sistema di “posta elettronica” non è meno compromettente che se le pronunciassi di fronte a lui.
La scelta della vera solitudine mi attrae e mi terrorizza insieme, ma forse tra i ghiacciai troverò la pace. La bassa temperatura dovrebbe rallentare i fluidi sintetici così come quelli organici. Questo sangue finto che di notte brilla sotto la pelle smetterà di martellarmi nelle tempie.
Discrezione e disperazione sono due caratteristiche fondamentali per il buon esito della fuga ed io sono provvisto in larga misura di entrambe.

Caro Dr. DivX, mi dispiace tanto ma per quel che mi riguarda l’esperimento 96 termina qui. 

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