1996 – Gli Ultimi
Giorni
Speranze,
ambizioni e amor proprio sono scomparse per non tornare.
Con tutta la
buona volontà non posso proprio forzare il mio animo alla ricerca di un faro
segreto che mi guidi verso la pace.
Il Dr. X è
una brava donna, ma è in grado di leggere nel pensiero e ha trovato il nocciolo
del problema.
Il problema
sono io!
Il fatto è
che ho il timore di peggiorare nel corso del processo.
Forse la
sofferenza di cui vociferano gli altri pazienti detenuti non sarà così intensa
come vogliono farmi credere. Non mi confonderò con quella massa vociante che
vaga nei corridoi.
Poche ora fa
ho tentato di prendere una decisione sul da farsi; ma quando stavo per cedere,
all’ultimo non mi sono arreso, opponendo un secco rifiuto. Nella stanza grigia
l’altoparlante diffondeva il suono del pianto di un bambino (forse viziato).
Ero solo. Mi si sono gonfiati gli occhi, forse
per l’effetto di gas introdotto di nascosto. Perciò alla luce dei neon ho
deciso di allontanarmi dalla sala. Per pochi minuti ho anche considerato l’idea
di tornare in cella e farla finita. Idea poi subito accantonata: le lenzuola
non sono abbastanza robuste da permettermi di calarmi giù dalle sbarre reggendo
il mio peso.
Non ho
ancora accumulato la determinazione necessaria per tagliare i ponti con questo
posto.
Vorrei tanto
mantenere la promessa fatta al Dr. A ma penso che giunti a questo punto non sia
più possibile. Se rifiuto quest’ultima occasione di redenzione attraverso il
Processo, nel corso del quale mi è stata offerta tutta l’assistenza possibile in
termini di monitoraggio con macchinari all’avanguardia, poi non riuscirò a
superare i prossimi stadi.
Gli episodi di malinconia si fanno sempre più
lunghi e frequenti. L’angoscia bussa alla porta del mio cervello sezionato, mi
fa pulsare gli elettrodi ed è una sensazione dolorosa. Le cuciture prudono e
tirano.
Ma mi restano solo queste, di sensazioni, e
non le voglio perdere. Ho anche considerato l’idea di interrompere la
corrispondenza con il Padre delle Vette, dal momento che non riesco più a
essere sincero con lui. Raccontare menzogne attraverso questo nuovo sistema di
“posta elettronica” non è meno compromettente che se le pronunciassi di fronte
a lui.
La scelta
della vera solitudine mi attrae e mi terrorizza insieme, ma forse tra i
ghiacciai troverò la pace. La bassa temperatura dovrebbe rallentare i fluidi
sintetici così come quelli organici. Questo sangue finto che di notte brilla
sotto la pelle smetterà di martellarmi nelle tempie.
Discrezione
e disperazione sono due caratteristiche fondamentali per il buon esito della
fuga ed io sono provvisto in larga misura di entrambe.
Caro Dr.
DivX, mi dispiace tanto ma per quel che mi riguarda l’esperimento 96 termina
qui.
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