29 Novembre 1996
Questa sera mi sono sentito tanto stanco.
Nell’anima.
Fuggire da questo mondo sporco, povero e squallido è
un’autentica faticaccia. Con la solita palla di fango ed erba davvero non c’è
più niente da fare? “Il concetto dell’angosica” del pastore mancato S.A.K.
rimane l’unico rifugio dalla noia del quotidiano e forse mi terrà compagnia.
Là fuori ci sono gli scheletri che dovrebbero rimanere
rinchiusi nell’armadio della memoria e che invece ballano la vecchia danza
macabra sulla bocca di tutti. Tanta nebbia grigia spegne gli animi,
inesorabile.
Ma io non sono mica
Momo e perciò non posso farci nulla.
23 gennaio 1997
E’ accaduto l’ennesimo casino.
Mr. G. voleva uccidere Mr. E, ma sono arrivati i carabinieri
a prenderlo e portarlo via prima che si potesse servire del cacciavite e così è
finito tutto. Come sempre, non mi sono immischiato, anche se un po’ mi
dispiace. La mia opinione sulla natura scarna del valore dei rapporti umani
permane identica, sempre più compromettente. Però è stata la prima volta che ho
assistito ad una scena tanto forte da così vicino. Utile, anche. Quindi, invece
di chiedere in continuazione quali rischi comporta essere me stesso, verrebbe
da domandarsi l’opposto: cosa si rischia a NON essere me? Credo che dovrò rifletterci
ancora un po’…
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