Umanesimo a rovescio:
“ci sono solo io”
Ho appena
terminato di leggere le vecchie lettere, molto belle, che mi ha spedito A.C. a
partire da un anno fa. Pensavo di ritrovare qualcosa che avevo dimenticato ed è
andata proprio così.
Forse ho fatto bene ma se non avessi osato
sarebbe stato meglio,
infatti mi
rendo conto che tutti i progressi degli ultimi sei mesi sono già andati
perduti; sono bastati quindici giorni di solitudine autoimposti dopo la morte
di Barbara. La parte peggiore è che SO di sbagliare ma mi sono arreso comunque.
Trascuro gli
hobbies. Mi rimangono i libri di letteratura e dintorni.
Trascuro gli
amici.
Sto demolendo
man mano le relazioni extrafamiliari. E’ vero anche che dopo il servizio
militare sarebbe stato difficile riprendere le fila dei vecchi rapporti,
fattisi sempre più labili.
Perciò esco
poco, non parlo con le ragazze per molti giorni di fila. Snobbo gli inviti;
saluto da lontano; mi fermo appena a scambiare due chiacchiere per poi fuggire
via alla svelta. Sempre meno persone mi cercano e perlopiù non mi faccio
trovare.
Cancellare
una vita è molto più facile che ricostruirla. Spero anche di poter trovare un
lavoro solitario di modo da essere a contatto con il minor numero possibile di
persone.
In famiglia
non c’è molto di cui parlare ma purtroppo bisogna ancora sottostare a una
strana legge di equilibri interni. E’ noioso. Allora me ne rimango a letto a
dormire.
Questo avevo
dimenticato, ma A.C. me lo ha fatto ricordare: come fare per mettermi da parte.
Quanto tempo
passerà prima che fugga anche i rapporti epistolari e così anche lei, tradendo
la nostra amicizia?
Ieri ho
gettato nell’immondizia ammennicoli e ricordini dei miei primi tredici (13!)
anni di vita. Nel compiere quell’operazione mi è parso di provare un piacere
perverso mescolato al disgusto per il mio passato.
Sto
rifiutando me stesso, un pezzo per volta.
Non ci sono
basi per il futuro ed è stupido demolire così il passato. In questo modo
infatti mi renderò più vuoto, tediato, brutto e cattivo che mai; più di quanto
sia mai stato.
E mi domando
ancora: perché?
Ma la causa
e dunque la colpa ricadrà su di me solo.
L’unico a
rimetterci e a pagarne il prezzo sarò io.
Ho deciso e
attuato da me medesimo la Fine. Nessun altro verrà coinvolto.
A.C. Mi ha
scritto più volte che a lei IMPORTA di tutto ciò. Che significa? Si tratta
forse di vera amicizia? O non vuol dire altro che due anime simili nel vuoto
della vita si sentono meno sole? Io però mi ripeto che il mio peggio ancora
deve giungere…
👤 PS: questa sera provo paura. Il timore tangibile di infilarmi sotto le
lenzuola solo con i miei pensieri
Nessun commento:
Posta un commento