SENZA TITOLO
Questa
mattina sono stato assalito da una sgradevole sensazione di impotenza.
Mi sono reso
conto di certi bruschi problemi di comunicazione tra le persone e mi sono anche
vergognato per la mancanza di coraggio e per l’indolenza che ci hanno colpiti
con insistenza persino quaggiù.
Ho ricevuto
la posta e c’era un invito. Una nota allegra nel grigiore della prigione. Sono
forse così assuefatto da non notarlo più? E’ inutile.
Fuori tutti
avranno tante cose da fare, compiti da terminare, azioni da svolgere. Ma qui
no.
Ci limitiamo
a immaginare il trascorrere del Tempo. A sentirlo. La necessità del contatto
svanisce presto dopo l’isolamento. Nessuno si è fatto degli amici.
Meglio
lasciar perdere le corrispondenze con il mondo esterno. Anch’esso progetta
sempre meno. Pochi futuri si intersecano, sempre meno numerosi e più moderati. Come priorità di qualcun altro, così nessuno è felice e non fa nulla.
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