venerdì 22 marzo 2019

4 - 3 Nessuno


Nessuno

Passeggiato.
Letto libro.
Piazza.
Panchina.
Bello.
Ricordo.
Recuperata parte della perduta sensibilità non ci importa più del resto. Per quanto ci sforziamo non è possibile interrompere l’isolamento qui dall’interno: 
le sbarre sono troppo spesse, ci sono troppe guardie, non c’è abbastanza luce e non filtra rumore alcuno.
Non ci importa di nessuno, eppure io so che ne verrà qualcosa di buono. Me lo sento nelle ossa anche se non posso esserne certo.
Questo moto costante di oscillazione tra noia e bisogno, tra l’ansia e l’attesa, tra smania e dolore a cui nessuno sfugge qui è legge di natura. Nessuno sfugge. Nessuno fugge.
Lo spazio che non possiamo vedere è ancora e sempre sopra e sotto di noi?
Vuoto. Nero. Infinito, con o senza la sua stolida luna.
Nessuna religione, nessun miracolo, nessun sogno, nessun mistero.
Resta soltanto la Scienza.
Scientia.
Non c’è proprio niente di illogico se persino il caos è imbrigliato da formule matematiche.
Sempre le stesse, così noiose.
Perciò i sentimenti? Provocati da sbalzi chimici corporei controllabili, dicono.
Un’iniezione e non ne resta nulla, secondo l’inserviente in infermeria.
Ma la malinconia non è la cura.

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