martedì 15 gennaio 2019

BALLA!


BALLA!

Sembrava un altro ballo mascherato. Invece si va in guerra.
Ma questo cosa c’entra?
Dicono tutti che parlo troppo ma hanno ragione. Come farei altrimenti a espormi? Indifeso. Debole. Testardo. Un sguardo che fa crollare i muri ma non convince.
Sacrificio, perdita e capitolazione sono a un passo dalla vittoria. Spesso la posta in gioco non ne vale la pena.
E io? Anche quando ci tengo, li lascio perdere. Faccio così. Rinuncia e resa in offerta.
“Ma che bravo!” gridano dagli spalti. A me invece viene da pensare “che stupido!” mentre la cera persa cola in terra per lasciare tutto lo spazio al bronzo, che se lo merita. Terzo classificato. 
La forza di combattere la trovo. Il rischio di battagliare contro l’altro me stesso include però l’ingresso in scena per l’ultimo spettacolo e la maschera deve essere rimasta lì, da qualche parte. Escluso alla prima tornata, ripescato a sorteggio. Una batosta alla volta senza mai perdere il posto per lo scontro successivo ed eccoci in finale.
L’arena è grande. Sdegno e Solitudine saranno gli arbitri di questo scontro inaccessibile senza biglietto.
La maschera oggettiva che porta il mirmillone è migliore del volta ivi celato: meschina ignava, ipocrita espressione di cattiveria e intolleranza. Insignificante in battaglia quell’espressione torva, ma molto difficile da riprodurre. Molto, molto difficile.
La sicurezza di sé comporta la caduta delle maschere.

Nessun commento:

Posta un commento