Volo 7991422
Non mi
riprendo. Riprendo le mie note.
Sono stufo e
preoccupato. A casa da quattordici giorni per riposarmi e orientarmi.
Da
quattordici giorni B. non c’è più. E’ morta!
E’ stato un
brutto colpo. Me la ricordavo tenera e sorridente; invitava alla vita.
Ora è sempre
e ancora MORTA!
Da un mese
non vado più a colloquio dalla Signora e un po’ mi dispiace.
Ho già
iniziato a cambiare, a regredire, a vedere ancora una volta le cose per quello
che sono secondo me. Se possibile, sono tornato anche più INDIETRO rispetto al
punto di partenza.
Ma mi
facevano “bene”, quei colloqui?
Ora che ho
smesso (e non penso che tenterò altre esperienze del genere) non ne sono più
così sicuro. Se torno a fingere e continuo il mio lavoro di auto isolamento
posso far sì che la gente si scordi di me e mi lasci in pace. Lo sforzo per
agire altrimenti sarebbe troppo grande.
Invece
dedicandomi ai miei (e solo miei) interessi posso costruire qualcosa.
Non so
esattamente cosa ma penso che ne varrà comunque la pena.
La gente è
strana: apprezza l’originalità ma a patto che non provenga dalla propria
famiglia, come se l’Arte fosse esclusiva, solo per conto terzi.
Quindi posso
soltanto scappare in un futuro che ancora non c’è, ma che sarà forse coperto da
una facciata di rispettabilità oppure da una coltre di miseria. Il passato è
ormai passato, mentre il presente è eterno e in eterno peggiora. Nulla di ciò
ha a che vedere con la religione o con la politica. E’ un fatto intimo e
personale.
Cercherò un
lavoro, il più anonimo e solitario possibile. Un’esistenza da single portata
avanti fino alla fine. Pochi amici scelti bene.
Ma curerò la
corrispondenza.
A volte
penso che senza l’amica nella mia vita sarei ancora un ingenuo e un pochino più
felice.
Ma non è
vero: senza la sua amicizia e condivisione sarebbe stato peggio. Molto peggio.
Perdere quel
contatto è stato come morire in senso spirituale. Forse sarebbe arrivato il
sollievo, o almeno così pensavo. Prima c’era lei, l’altra: l’Idea, leggera come
l’aria. Il fantasma di un fantasma, dal bel ricordo e scampolo di nostalgia e
dolore. In tutto questo però c’è sempre un dettaglio che ancora oggi mi sfugge,
come una barriera a volte inutile eppure presente a far da paravento al vero.
Protegge con leggerezza dalla verità, l’elemento
finale disturbante e sostitutivo.
E le
Lettere? Il cantore della disperazione lo dichiarò più volte: “e se vivrò,
vivrò alle lettere”.
Egli ne
aveva i mezzi e la volontà. Io no.
A me non
restano che l’amore per l’Arte e la voglia di rimanere solo. Solo con lei.
L’Arte. ↭
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