7991562 – L’Opificio
Che strano
non ricevere più lettere.
Ne ricevetti
una il 24 maggio, insieme a una foto.
Gentilezza,
distanza e risoluzione riassunte in una piccola busta.
Fraintendimenti,
nessuno. Progetti però non ne sono arrivati.
Il punto di
rottura dietro l’angolo cristallizza le lacrime in un momento infinito, sospeso
nell’attesa del contatto col terreno. Quel blocco di incoscienza è caduto
dietro a tutte le bugie sgradevoli e nerastre dell’unico e vero Io.
Ora posso
fare tutto.
Fondere le
facce della medaglia nel crogiuolo è stato facile ma è necessario aspettare che
raffreddi quell’amalgama grumoso fatto di assenze senza forma. Poi scolpiremo
una faccia nuova.
In questo
palazzo sotterraneo munito di fucine il pendolo che scandiva le giornate si è
rotto ed è caduto nel pozzo. Pare che nessuno se ne sia accorto, ma mancano i
rintocchi cadenzati.
Senza
perizia, senza attrezzi e senza forza chi mai lo riparerà?
Solitudine e
libertà non forniscono soluzione. Non c’è riparazione che tenga. Fondiamolo.
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